alimentazione riabilitazione

Alimentazione: come incide sulla riabilitazione nel percorso di guarigione?

Saper mangiare correttamente è vitale per sviluppare e mantenere una buona condizione di salute.

Seguire i consigli nutrizionali anche durante la riabilitazione può essere importante per accelerare il processo di guarigione e favorire il recupero fisico.

In questo articolo parleremo proprio di come comportarsi a livello di alimentazione quando si segue un percorso di riabilitazione in fisioterapia.

Buona lettura!

Cosa succede all’organismo dopo un trauma o lesione?

Accade di frequente che, in seguito ad un intervento chirurgico o dopo un infortunio come una frattura, causa il lungo periodo di immobilizzazione, ad esempio, si modifichi il modo di mangiare.

Muovendosi di meno o molto poco e magari con qualche dolcetto in più, è normale sentire meno appetito o, al contrario, gratificarsi con qualcosa in eccesso.

L’aspetto nutrizionale durante la riabilitazione ha la sua rilevanza sia per la guarigione dei tessuti interessati sia perché i pasti e i loro tempi sono in relazione alla terapia fisioterapica [fonte: Nutritional Considerations and Strategies to Facilitate Injury Recovery and Rehabilitation – Smith-Ryan AE, Hirsch KR, Saylor HE, Gould LM, Blue MNM. H Athletic Train. 1 settembre 2020; 55(9): 918-30].

Quando si subisce un trauma o si verifica una lesione e quando si è sottoposti a un intervento chirurgico l’organismo attiva una serie di reazioni infiammatorie, metaboliche e immunitarie che hanno una certa durata di tempo.

Queste risposte fanno parte del processo naturale di guarigione che si suddivide in tre fasi:

  1. infiammazione
  2. proliferazione
  3. rimodellamento

Queste reazioni avvengono perché si verificano una perdita di proteine, un indebolimento muscolare (dopo36-48 ore di inattività, causa l’immobilizzazione e il mancato uso, il tessuto muscolare deperisce e si riduce di volume) e un aumento del fabbisogno energetico con conseguente ipermetabolismo.

fasi processo guarigione

Le 3 fasi del processo di guarigione

Il metabolismo di base di una persona, che rappresenta la quantità di calorie necessarie a svolgere le funzioni di base per mantenere la vita, aumenta dopo una lesione per far fronte al ricambio cellulare richiesto nel periodo di guarigione.

Se la domanda di aminoacidi non viene soddisfatta causa uno scarso apporto nutrizionale, l’organismo intacca la muscolatura scheletrica.

1️⃣ Infiammazione

Nella prima fase del processo di guarigione detta di infiammazione, il dolore, il gonfiore, il rossore e il calore caratterizzano l’avvio della riparazione.

Ovviamente, se tale infiammazione è importante e perdura bisogna provvedere per non compromettere la guarigione.

Così è consigliato limitare il consumo di cibi fritti e grassi, carni lavorate, olii vegetali, tutti alimenti dalle proprietà infiammatorie.

Si possono invece assumere gli acidi grassi ricchi di omega-3 e presenti nei cibi come l’avocado, il salmone, lo sgombro, le sardine, le noci e vari semi nonché negli olii come quello d’oliva, di lino, di pesce.

Gli acidi grassi omega-3 hanno pure l’effetto di aumentare la sintesi proteica a livello muscolare evitando così la perdita muscolare oltreché l’effetto antinfiammatorio.

È bene pertanto che circa il 20-25% delle calorie assunte durante il periodo di recupero sia rappresentato dei grassi che riducono lo stato infiammatorio e favoriscono la sintesi proteica.

2️⃣ Proliferazione

Nella seconda fase del processo di guarigione detta di proliferazione avviene la formazione di un tessuto provvisorio nella sede del tessuto lesionato mentre quest’ultimo viene rimosso.

Si creano una rete di nuovi vasi sanguigni per portare più sangue localmente.

3️⃣ Rimodellamento

Nella terza fase del processo di guarigione denominata rimodellamento il tessuto provvisorio neoformato viene piano piano sostituito da un tessuto più resistente che permane nel tempo.

Il periodo di recupero varia molto dal tipo di lesione avvenuta e la sua gravità oltre che dal tessuto che è stato colpito e il suo distretto corporeo.

In queste due fasi del processo di guarigione l’apporto proteico deve crescere: le proteine sono considerate i “mattoncini” che ricostruiscono i tessuti lesionati. 

Le funzioni delle proteine, infatti, sono quelle di riparazione dei tessuti e di sviluppo di nuovi tessuti, di fornire energia insieme ai carboidrati, di costituire alcuni ormoni e di formare anticorpi.

In particolare, bisogna aumentare un amminoacido chiamato leucina, presente soprattutto nelle proteine animali di manzo, pollo e pesce perché in grado di attivare la sintesi proteica a livello muscolare.

Nello stesso tempo, in queste due fasi, è bene per la persona infortunata porre attenzione a non aumentare di peso e di grasso per non interferire sul recupero.

Così l’apporto dei carboidrati e degli zuccheri deve essere dosato e inteso quali fonte di energia per sostenere l’intero processo di rigenerazione.

Se è superiore al 60% delle calorie totali, porta ad un aumento della glicemia e ad un accumulo che innesca la lipogenesi ovvero la produzione di grasso.

Tutto ciò ostacola la guarigione e la funzionalità del sistema immunitario.

Vanno scelti i carboidrati complessi perché ricchi di fibre, minerali e vitamine e perché, a differenza dei carboidrati semplici come gli zuccheri raffinati e lavorati, hanno un indice glicemico più basso e regolano la disponibilità di glucosio in un tempo prolungato.

proteine carboidrati fisioterapia

Proteine e carboidrati: quando e come assumerli?

Quando assumere le proteine e i carboidrati complessi in relazione alla seduta di riabilitazione con il fisioterapista?

È consigliato un primo consumo di proteine entro un’ora dal risveglio, poi ogni 3-4 ore, in particolare prima di sottoporsi al trattamento fisiochinesiterapico e, in seguito, prima di coricarsi a letto.

Proteine e carboidrati vanno assunti dai 15 ai 45 minuti prima di fare fisioterapia e 30 minuti circa dopo la seduta.

Ciò comporta di avere i giusti nutrienti disponibili per l’esecuzione della seduta, di evitare la perdita di massa magra (i muscoli) e di migliorare la forza e la funzionalità.

Non vanno dimenticati i micro nutrienti come minerali e vitamine (in particolare le vitamine A, C e E) indispensabili in queste tre fasi del processo di guarigione per agire sul recupero funzionale, sulle ferite, sul sostegno immunitario in un periodo in cui l’organismo si trova ad avere maggiori esigenze metaboliche e a vivere un forte stress.

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Anzianità e alimentazione: come comportarsi dopo un intervento?

Le persone anziane che devono fare riabilitazione spesso dopo un intervento di protesi d’anca o di ginocchio, devono essere informate che, con l’avanzare dell’età, i loro muscoli diventano sempre meno efficienti nel sintetizzare e creare le fibre muscolari.

Così, se l’organismo non è più in grado di costruire una massa muscolare adeguata, l’ambito nutrizionale può venire in aiuto con un corretto apporto di proteine e aminoacidi.

Una nutrizione bilanciata favorisce un recupero ottimale e rappresenta un trattamento complementare alla fisioterapia.

Così, l’intervento nutrizionale con uno specialista che guida nella scelta personalizzata degli alimenti, o rendere più veloce il processo di guarigione.

L’alimentazione corretta aiuta anche la riabilitazione di quelle patologie muscolo-scheletriche degenerative come ad esempio il mal di schiena.

Innanzitutto perché mangiare male:

  • favorisce quel processo di infiammazione sistemica che facilita l’insorgenza di molte patologie
  • ha ripercussioni sul peso corporeo, come il sovrappeso che “schiaccia” i dischi intervertebrali e logora le articolazioni vertebrali per il sovraccarico
  • comporta scarso apporto di acqua, vitamine e sali minerali (contenuti nella frutta e nella verdura in abbondanza) con la conseguente disidratazione dei tessuti, compresi i dischi intervertebrali e perdita dell’elasticità delle fibre muscolari
  • rende acido l’organismo il quale, per tamponare la situazione e ottenere un pH più basico/alcalino anziché acido, mobilita calcio e magnesio dalle ossa indebolendo l’apparato osseo (osteopenia)
  • favorisce la sregolatezza intestinale condizionando sia la muscolatura liscia intestinale e quella striata addominale e lombare. Tra gonfiore e pesantezza all’addome, micro modificazioni posturali di bacino e zona lombare può instaurarsi alla lunga il mal di schiena

Ogni persona ha esigenze nutrizionali diverse dagli altri e durante il periodo riabilitativo tali esigenze possono modificarsi.

Ecco perché l’aiuto di un nutrizionista può portare la persona a conoscere il corretto apporto energetico e a guadagnare in salute fisica e mentale, energia, concentrazione nel percorso di riabilitazione.

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